giovedì 3 maggio 2018

plastica mon amour (del Ministero della Sanità) – bortocal


c’e` voluta una sentenza del Consiglio di Stato del 21 marzo per stabilire che la liberta` costituzionale dei cittadini si estende fino al diritto di rifiutare i sacchettini di plastica messi in vendita a 2 cm di euro nei supermercati, per raccogliervi la frutta e le verdure vendute sfuse, secondo una legge geniale prodotta dal governo Gentiloni e dalla ministra della Sanita` Lorenzin.
bene, a questo punto lo stesso Ministero si e` messo all’opera, per indicare i modi nei quali realizzare questo piccolo e sciocco, perfino elementare, diritto civico, e lo fa con una circolare che e` un capolavoro dell’Italia ruffiana e capziosa.
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“Deve ammettersi la possibilità di utilizzare – in luogo delle borse ultraleggere messe a disposizione, a pagamento, nell’esercizio commerciale – contenitori alternativi alle buste in plastica, comunque idonei a contenere alimenti quali frutta e verdura, autonomamente reperiti dal consumatore. Non pare possibile che gli operatori del settore alimentare possano impedire o vietare tale facoltà di utilizzo”.
fino a qui la premessa, che non e` opera spontanea del governo, ma faticosa ammissione contrariata del governo, che a questo punto ha la sua trovata per rendere questo diritto impossibile:
“Laddove il consumatore non intenda acquistare il sacchetto ultraleggero commercializzato nell’esercizio commerciale per l’acquisto di frutta e verdura sfusa, può utilizzare sacchetti autonomamente reperiti solo se idonei a preservare l’integrità della merce e rispondenti alle caratteristiche di legge.
Alla luce del parere del Consiglio di Stato 
[…] deve trattarsi di sacchetti monouso (non riutilizzabili), nuovi (non utilizzati in precedenza), integri, acquistati al di fuori degli esercizi commerciali, conformi alla normativa sui materiali a contatto con gli alimenti e aventi le caratteristiche ‘ambientali'” previste dalle legge 123/2017.
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traducendo dal burocratese alla lingua di tutti i giorni: ah, siete cosi` rompicoglioni da non volere il sacchettino di plastica del supermercato? allora ve ne dovete procurare uno uguale voi per conto vostro.
chissa` se il diritto costituzionale di non voler mangiare cibo avvolto nella plastica si estende fino al diritto di mettere le mele direttamente nella sporta…
mio dio, e l’igienicamente corretto dove va a finire?
quanti miliardi di microbi avidi di propagare malattie arginabili soltanto con vaccinazioni coatte di massa si nascondono in quei pericolosi attentati alla salute pubblica che sono le borse della spesa!
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ma non e` finita qui: la circolare del ministero continua addirittura attribuendo ai supermercati il potere legale di agire come controllori della conformita` del dissenso con la legge:
“Ciascun esercizio commerciale sarà dunque tenuto alla verifica dell’idoneità e della conformità a legge dei predetti sacchetti utilizzati dal consumatore” e potra` “vietare i sacchetti non conformi”.
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bene: e se comunque i sacchetti fossero conformi?
ecco, nella stessa circolare,  le “possibili criticità” per la “diversità di peso dei contenitori alternativi” , dato che le bilance delle casse “sono tarate in modo da sottrarre dal peso di frutta e verdura la tara del sacchetto messo a disposizione del cliente (4-6 grammi circa).
L’uso dei ‘contenitori alternativi’ acquistati al di fuori degli esercizi commerciali impedirebbe il calcolo corretto della tara”.
che fare? il Ministero della Sanita` intanto comincia con un “si reputa opportuno acquisire l’avviso del Ministero dello Sviluppo economico”.
spassoso, no?
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c’e` chi ritiene – pensate che strano – che l’uso della plastica negli alimenti sia pesantemente nocivo alla salute dato che particelle di plastica contaminano loro e tutto l’ambiente.
queste sono oramai presenti anche nell’83% dell’acqua che beviamo; provengono, oltre che dai contenitori, dai cosmetici (un flacone ne contiene fino a 750.000), o dalle operazioni di lavaggio automatico: le lavatrici della sola citta` di Berlino rilasciano OGNI GIORNO in particelle l’equivalente di 540.000 buste di plastica.
queste particelle, impropriamente definite micro, dato che sono considerate tali fino a 5 millimetri di grandezza, finiscono in mare e dunque nella catena alimentare dei pesci.

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non sono poi da confondere con le nanoparticelle di plastica, molto piu` piccole, che vengono mangiate dal plancton, di cui si nutrono gli organismi marini.
queste riescono a superare la barriera sangue-cervello nei pesci e ad accumularsi nel loro tessuto cerebrale; ci sono ricerche che dimostrano dei disordini comportamentali nei pesci esposti a nanoplastiche: mangiano più lentamente ed esplorano meno del solito l’ambiente esterno.
dei danni cerebrali causati dalla plastica di dimensioni infinitesimali finita nel cervello degli umani non si ancora nulla: tuttavia potrebbe essere anche una discreta ipotesi per spiegare l’evidente rincretinimento universale.
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la nascita di un movimento di rifiuto radicale dell’uso della plastica per la distribuzione degli alimenti va seguita con attenzione.
chi e` della mia generazione, nato attorno agli anni Cinquanta, del resto ha ancora viva la memoria di un mondo nel quale la plastica non esisteva.
fu infatti inventata da un italiano, Giulio Natta, che per questo ricevette nel 1963 il premio Nobel per la chimica.
fu la televisione di Carosello a diffondere in Italia la conoscenza di questo nuovo materiale, battezzato Moplen e prodotto dalla Montecatini.
ma la conquista di allora si sta trasformando nell’incubo di oggi.
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chi puo`, la verdura e la frutta se la coltivi da se`, e chi non puo`, la comperi ai mercati o direttamente dai produttori che la vendono sfusa; vi sono anche i GAS, i gruppi di acquisto solidale.
per ora siamo ancora liberi – almeno le menti libere – dalla dittatura del grande capitale commerciale:
azioni di nicchia? ma possono diventare senso comune e diffondere una tendenza nuova.
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contro questa nuova coscienza individuiamo da subito i nostri nemici (oltre all’appena visto Partito Democratico, oramai l’organo politico delle multinazionali): Repubblica, in primo luogo, che lancia la subdola campagna “Usa e rispetta”: usa la plastica, naturalmente.
della campagna fanno parte le fake news, quelle autorevoli, che si spacciano per verita`:  Ecco la plastica green: può essere riciclata all’infinito senza inquinare
poi, se leggi attentamente l’articolo, ti accorgi che la scoperta che potrebbe rivoluzionare i dispendiosi processi di riciclo della plastica attuale, realizzata dal dipartimento di Chimica dell’Università del Colorado, e` ancora allo stadio soltanto teorico.
ma intanto questo permette di dire che questo e` il momento di dare valore alla plastica:  “Ridiamo valore alla plastica anche se è un rifiuto”
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che farci? sono riformisti, e spargono ottimismo a piene mani: nel Regno Unito il governo (conservatore!) ha lanciato una campagna per abolire del tutto la plastica nei supermercati entro il 2025: adesioni di 42 rivenditori, fra cui Aldi, Lidl.
voi dite che non e` un granche`, soprattutto perche` l’articolo stesso di Repubblica che lancia con ebfasi la notizia, dice fra le righe che nessuno sa ancora come fare concretamente?
ma non dite che e` solo propaganda per arginare interventi piu` radicali: dimostrereste di essere soltanto dei pericolosi e stupidi estremisti.
da qui

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