martedì 19 dicembre 2017

Gasdotti e prese in giro - Aldo Loris Cucchiarini

Il gasdotto austriaco esplode (un altro!)  e il Ministro dello sviluppo economico Calenda dice che “e’ proprio per questo che ci vuole il TAP“, differenziare le linee di ingresso.
Che sono già differenziate, riceviamo il gas da 4 direttrici diverse (i gasdotti TAG, TEMP, TTPC, GreenStream).
La SNAM dice che non ci sono problemi, abbiamo enormi riserve (è vero, ben 17 miliardi di metri cubi, l’Italia è un paese esportatore di gas).
Però, in seguito all’incidente, il prezzo del gas è aumentato all’istante. Come mai?
Ci stanno prendendo per i fondelli oppure ci stanno prendendo in giro?
I metanodotti della Snam esplodono a intervalli piuttosto regolari, qua e là per il Paese. Gli incidenti avvengono spesso in seguito a banali movimenti del terreno, piccoli smottamenti, ecc.
Se la logica non è un esercizio ludico ricreativo, questo indica che i gasdotti è meglio farli in pianura, dove è più difficile, se non proprio impossibile, che i terreni franino.
Ecco l’assurdità del progetto di gasdotto “Rete Adriatica”.
L’idea che un supermetanodotto di queste dimensioni, una vera “grande opera” italiana (all’italiana?) debba essere fatta passare sui crinali dell’Appennino per centinaia di chilometri, producendo in tal modo il maggior danno possibile all’ambiente e manomettendo il già precario equilibrio idrogeologico della penisola è a dir poco incomprensibile.
L’idea che un supermetanodotto di queste dimensioni debba infilare in modo sistematico le aree più sismiche d’Italia e probabilmente d’Europa (Islanda esclusa), con un’attività tellurica spasmodica e tuttora in atto, solleva dubbi sulle capacità di raziocinio dei proponenti e dei loro sostenitori. In alternativa, solleva dubbi sull’interesse di costoro nei confronti dei cittadini, dell’ambiente in cui vivono e del paese in generale.
In quasi 15 anni di avversione a questo progetto di ecomostro abbiamo visto passare tanti governi (i vari Berlusconi, Prodi, Letta, Renzi, Gentiloni) con tanti sottosegretari e ministri, tanti Calenda di partiti diversi che però hanno sempre espresso il medesimo pensiero (avanti tutta) e, a nostro avviso, messo davanti a tutto gli interessi della “nostra” multinazionale e del “governo” di turno.
Alla fine l’impressione è che i governi se li scelgano direttamente la Snam e/o l’ENI  e che di fatto non vi siano differenze apprezzabili tra i vari, a parte il nome del ministro o del sottosegretario di turno.
Aldo Loris CucchiariniGruppo d’Intervento Giuridico onlus – MarcheComitato “No Tubo”

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