venerdì 22 settembre 2017

La Scuola della Terra, in Sardegna

Col proprio lavoro la “Scuola della Terra in Sardegna” intende interrogarsi e aprire spazi di confronto, mediazione e progettualità sulla condizione umana e ambientale nel corrente periodo di disgregazioni collettive e irrigidimenti identitari. A questo fine la Scuola propone esperienze di formazione ecologica incentrate sulla transizione a modelli efficaci di cittadinanza, sulla nuova ruralità, sulle agricolture naturali, sulle trasformazioni agrourbane e sulla conversione ecologica dell’economia.
Partiamo dalla constatazione che gli schemi convenzionali del potere come dominio (“potere su”) si stanno rivelando inadatti ad affrontare adeguatamente la complessità del mondo attuale e a conseguire comportamenti umani accettabili. Riteniamo che per affrontare le criticità di sistemi sociali sempre più interconnessi su scala globale sia indispensabile sviluppare una visione cosmocentrica dell’esistenza. La ricerca di nuove forme di convivenza e di stili di vita più consapevoli e sobri si va affermando come ragionevole alternativa alla perpetuazione di conflitti, distruzioni ambientali, guerre e sradicamenti forzati, anche di intere popolazioni.  Ricercando soluzioni non verticistiche e indirizzandoci a scelte di coevoluzione (“potere con”) vorremmo segnalare e percorrere strade  di superamento o mitigazione degli atti prevaricatori che con svariati impatti negativi caratterizzano la vita umana organizzata. Perciò ci opponiamo alle forme di strumentalizzazione della diversità, storicamente ridotta a strumento di discriminazione (sessista, religiosa, etnica, nazionalistica o di classe) e di auto-oppressione della specie umana.
La Scuola impiega modelli aggiornati di conoscenza sulle realtà ambientali-territoriali-sociali e propone momenti di confronto e iniziative sulla tutela della rete della vita (umana ed extra-umana) e sulla difesa dei beni comuni indispensabili al suo sostegno. Ad approcci didattici-scientifici si affiancano laboratori pratici ed esperienze formative “autoctone” (fondate cioè sull’espressione di saperi contestuali). I destinatari della Scuola sono insegnanti scolastici di ogni ordine e grado, agricoltori, professionisti e operatori del territorio, amministratori di enti pubblici, studenti, specializzandi universitari e tutti coloro che intendono impegnarsi in percorsi di cittadinanza attiva. Focalizziamo la nostra attenzione sulle attività indispensabili alla sussistenza umana: come si sono sviluppati i sistemi di produzione e consumo del cibo e di tutte le esigenze di base, e come potrebbero essere ristrutturati in modo equo e sostenibile? Come riconfigurare le attività produttive e i modelli di consumo dei beni e delle merci per non squilibrare ulteriormente i nostri contesti ambientali e sociali ed anzi per pervenire a soddisfacenti livelli di qualità della vita quotidiana? Ci interessano lo stato del pianeta e dei suoi cicli ecologici, l’esercizio dei diritti democratici, la rigenerazione dei saperi civici e delle economie locali, la sovranità energetica e alimentare.
A proposito di queste ultime due espressioni, precisiamo che per noi la nozione di sovranità non va confusa con rivendicazioni genericamente “sovraniste” che vanno ultimamente diffondendosi presso un’opinione pubblica sempre più colpita e frastornata dagli effetti negativi della globalizzazione finanziaria e della corrispondente crisi economica. Prendiamo le distanze da malintese forme di nazionalismo e di protezionismo politico, culturale ed economico. Sotto le insegne di certi nuovi sovranismi, le istanze di controllo sulle risorse vengono rivendicate in base a genuini malumori e bisogni popolari; eppure, non a caso, nessuna seria riflessione interviene sulle regole basilari della moderna organizzazione sociale, né vengono minimamente messi in discussione i meccanismi produttivi delle economie di crescita. Le regole della governance sociale ed economica continuano così ad essere dettate da élitarie “cabine di regia” che si autoproclamano protettrici di un supposto bene comune o “interesse nazionale”.
Sovranità alimentare non vuol dire quindi per noi essere «padroni in casa nostra» quanto piuttosto auto-organizzarci alla ricerca di modelli appropriati di responsabilizzazione delle nostre comunità umane ad usi appropriati (quindi non smodati né insostenibili) dei beni naturali essenziali alla vita.
In questo senso ci riallacciamo, tra vari riferimenti possibili, alla definizione enunciata da ARI-Associazione Rurale Italiana:
La sovranità alimentare è il  diritto dei popoli ad alimenti sani e culturalmente appropriati, prodotti con metodi realmente sostenibili. La sovranità alimentare appare come una delle risposte più potenti e realmente attuabili per la disponibilità di cibo, per la povertà e la crisi climatica. La sovranità alimentare è il diritto dei popoli di definire direttamente e attivamente il proprio cibo e i propri sistemi agricoli: è, dunque, il mettere in primo piano i bisogni, le aspirazioni e il sostentamento di coloro che producono, distribuiscono e consumano alimenti nel cuore dei sistemi alimentari, e non è il mettere al centro degli interessi le esigenze dei mercati.
La sovranità alimentare, inoltre, è priorità di produzione alimentare locale e del suo consumo; offre a un Paese il diritto di proteggere i suoi produttori locali da importazioni a basso costo e dal controllo della produzione; assicura che i diritti di utilizzo e di gestione di terre, territori, acqua, sementi, bestiame e della biodiversità siano nelle mani di chi produce il cibo.
Via Campesina ha definito il concetto di “sovranità alimentare” nel 1996, in occasione del Vertice mondiale sull’alimentazione. Questa idea è oggi un cardine globale della reale sostenibilità, i cui valori sono riconosciuti e sostenuti da una grande varietà di attori della vita sociale e politica internazionale.



Motivazioni, finalità, metodi

La Scuola della Terra in Sardegna propone riflessioni sul mondo dirette alla mitigazione delle crisi ecologiche, culturali, sociali e politiche contemporanee, presentando e discutendo riflessioni interdisciplinari sulle dinamiche dei sistemi ecologici e socio-territoriali.
La Scuola focalizza la sua attenzione sulla rete della vita planetaria e sugli intrecci di processi naturali (realtà fisico-chimico-biologica) e socioculturali (mondo storico-insediativo) sedimentatisi nel corso del tempo sul globo terrestre.
Nelle proposte culturali della Scuola questi complessi fasci di relazioni sono analizzati in rapporto alle specializzazioni di docenti e facilitatori via via chiamati a collaborare ai suoi eventi, ma   tutti sono invitati a dare spazio ad approcci dialoganti e a modalità inter e transdisciplinari di trattazione.
L’obiettivo generale è confrontarsi su come tutelare i beni comuni naturali essenziali alla vita. La Scuola della Terra si occupa della Terra come pianeta da abitare e come suolo e sistema di risorse vitali. La nostra intenzione è anche comprendere come si siano evoluti gli attuali sistemi di produzione e consumo e come essi potrebbero essere ristrutturati e posti in essere secondo principi di sostenibilità ed equità.
In particolare ci focalizziamo sulle attività primarie (agroforestali ed agroalimentari) indispensabili alla sussistenza umana. Come connettere efficacemente i beni alimentari agli insediamenti esistenti? E come riconfigurare sistemi produttivi per conseguire un efficace metabolismo economico tra società e ambiente?
Con le nostre iniziative intendiamo suscitare interesse per la rete della vita sul pianeta, i suoi cicli ecologici e le sue trasformazioni antropiche. Il nostro impegno è rivolto a stabilire  legami progettuali con le giovani generazioni, alla rigenerazione dei saperi civici e all’esercizio dei diritti democratici, alla (ri)proposizione di pratiche artigianali e innovative, così come di economie sostenibili e territorializzate.
Nelle nostre attività cerchiamo di produrre consapevolezza della centralità dei sistemi di sostegno della vita – e in particolare  del suolo – per la nostra esistenza biologica di organismi umani, mettendo in primo piano le condizioni e le istanze di salvaguardia delle acque e di ricostruzione di terreni integri e fertili, ad ogni livello dimensionale.
Ricorrendo ad approcci interattivi, puntiamo a una comprensione integrata delle questioni in gioco. Agli approcci analitici propri delle scienze accademiche intendiamo affiancare percorsi formativi pratici, che si raccordino alle forme “autoctone” dello stare al mondo espresse dagli abitanti del territorio in cui si svolge la Scuola della Terra in Sardegna.
Destinatari della Scuola della Terra sono insegnanti scolastici di ogni ordine e grado, agricoltori e operatori del settore primario, professionisti e operatori del territorio, amministratori di Enti pubblici, studenti e specializzandi universitari, soggetti coinvolti in percorsi e azioni di cittadinanza attiva.

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