mercoledì 9 agosto 2017

Sappiamo come fermare gli incendi ma nessuno vuole farlo - Andrea Degl'Innocenti



Teletron è un azienda sarda che ha inventato e testato un sistema per prevenire, scoprire e poter così spegnere velocemente gli incendi boschivi. La tecnologia è già attiva in alcune zone e Parchi nazionali d’Italia, mentre in Sardegna è stata messa da parte per interessi non proprio trasparenti. L’amministratore di Teletron Giorgio Pelosio ci spiega la tecnologia e i suoi effetti sugli incendi.
Ogni estate nei mesi di luglio ed agosto la Sardegna brucia. Ettari ed ettari di terreno ardono ogni anno, accelerando il processo di desertificazione del territorio sardo. Gli incendi boschivi, per il 70 per cento di origine dolosa, sono una delle problematiche maggiori dell’isola ed è preoccupante il dato che li vede in aumento costante anno dopo anno.
Eppure la situazione non è sempre stata questa. C’è stato un tempo in cui gli incendi erano calati ai minimi storici e venivano subito scovati e debellati grazie all’introduzione di una tecnologia. Eppure ancora oggi c’è in Sardegna un uomo che è convinto (e i dati sembrano dargli ragione) di sapere come fare a ridurre drasticamente il rischio incendi in Sardegna. Quest’uomo si chiama Giorgio Pelosio ed è amministratore e direttore tecnico di Teletron Euroricerche.
Abbiamo intervistato Giorgio per capire cos’è il sistema di telerilevamento degli incendi boschivi, come funziona questa tecnologia e perché in Sardegna sembra non si voglia davvero applicare e abbiamo scoperto cose molto interessanti.
Il concetto di base è piuttosto semplice: il sistema si basa su una rete di telecamere che monitorano 24 ore su 24 la zona boschiva e rilevano automaticamente gli incendi fin dal primo focolare. Prima dunque che il fuoco raggiunga la cima degli alberi e si propaghi velocemente. Ogni telecamera può tenere sotto controllo 35-40 mila ettari di territorio e la rete riesce a scovare un incendio anche a 15-20 chilometri di distanza. Appena si genera o viene innescato un incendio il sistema lo rileva e lo segnala alla sala operativa con le coordinate geografiche cosicché si possa intervenire in pochi minuti con l’elicottero. “In questo modo” spiega Giorgio Pelosio “moltissimi incendi possono essere spenti in 5-10 minuti”.

Se pensate che si tratti di un sistema appena nato che ancora deve essere collaudato e perfezionato vi sbagliate. Il sistema di telerilevamento degli incendi boschivi è stato inventato addirittura nel 1984 proprio in Sardegna dall’azienda Teletron, con l’impiego di raffinate tecnologie di origine militare che sono riconosciute affidabili e sicure a livello internazionale.
Venne sperimentato per la prima volta proprio in Sardegna a partire dal 1985 e oggi è attivo in alcune zone della Spagna, del Portogallo e della Grecia e in Italia nelle regioni di Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Basilicata e Calabria.
Ma in Sardegna non più. Già, proprio nella terra che gli ha dato i natali e che più di ogni altra ne avrebbe bisogno (la Sardegna è di gran lunga la prima regione italiana per estensione del territorio distrutta da incendi ogni anno) il servizio è stato interrotto nel 2005. E da allora, inevitabilmente, gli incendi sono tornati ad aumentare. Nel 2013 sono divampati 1.539 incendi boschivi, ben oltre la metà dei 2.653 nazionali, con un distacco abissale sulla Sicilia (239) e Puglia (156), seconda e terza.

Ma come era la situazione quando il sistema era attivo? “Nelle zone dove questi sistemi sorvegliamo il territorio 24h su 24 c’è stata una diminuzione dell’85 per cento delle superfici bruciate! Inoltre sono diminuiti considerevolmente anche i tentativi d’incendio: se si considera che il 70 per cento degli incendi in Sardegna sono di origine dolosa, anche il solo fatto che esista un sistema di sorveglianza boschivo in grado – fra l’altro – di favorire l’identificazione dei colpevoli è un deterrente notevole”.
Peraltro i costi del sistema di telerilevamento sono, nel medio periodo, inferiori a quelli degli interventi per sedare gli incendi se si considera che ogni anno la Regione Sardegna spende nella campagna antincendio una cifra che ormai si aggira attorno agli 80 milioni di euro, perlopiù investiti in aerei ed elicotteri, senza che si prevedano grossi investimenti in prevenzione.
Dunque dove sta il blocco? Perché questa tecnologia non viene più applicata? Secondo Pelosio il motivo è da ricercare proprio negli aspetti economici. “Dietro ci sono grossi interessi ed è evidente che sono in tanti a mangiare nella torta degli incendi boschivi.”
Tuttavia Giorgio Pelosio non demorde. È convinto dell’efficacia del suo sistema ed è determinato ad andare fino in fondo. Lui il fuoco ce l’ha dentro e quello neppure la sua tecnologia sarebbe in grado di spegnerlo.
Intervista: Daniel Tarozzi
Riprese e montaggio: Paolo Cignini
(*) Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale –http://www.italiachecambia.org/2017/02/io-faccio-cosi-155-come-fermare-sardegna/ – pubblicato su “Italia che Cambia”


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