lunedì 3 aprile 2017

Fermate subito quelle aste

(QUI il sito di FilieraSporca)

La Campagna FilieraSporca – promossa dalle associazioni Terra! e daSud – insieme a Flai Cgil lanciano la Campagna #ASTEnetevi per l’abolizione delle Aste al doppio ribasso (aste elettroniche inverse) e della vendita a sottocosto dei prodotti alimentari.
La Campagna chiede un intervento legislativo urgente al ministro dell’agricoltura Maurizio Martina per mettere al bando le aste al doppio ribasso e un impegno formale da parte degli attori della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) a interrompere questa pratica.
I promotori della campagna hanno inviato una lettera al ministro Martina e ai presidenti delle principali catene di supermercati (Auchan Italia, Carrefour Italia, Conad, Coop Italia, Crai, Despar, Esselunga, Eurospin, Interdis, Lidl Italia, Gruppo Pam Panorama, Selex, Sigma, Sisa, Sma Italia), chiedendo loro un impegno chiaro.
La Campagna #ASTEnetevi chiama inoltre i cittadini e i consumatori ad agire scrivendo sia alla grande distribuzione, affinché rinunci alla pratica delle aste on line al doppio ribasso nell’acquisto di prodotti alimentari, sia al ministero delle Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali affinché emani al più presto un decreto che regoli in maniera stringente questo meccanismo.
Si tratta di aste on line, basate sul meccanismo del doppio ribasso: la GDO fa sedere attorno a una piattaforma virtuale i propri fornitori chiedendo loro di avanzare un’offerta per una grande quantità di un certo prodotto. Sulla base dell’offerta più bassa la GDO convoca successivamente una seconda asta on line che in poche ore chiama i partecipanti a rilanciare, con un evidente paradosso, per ribassare ulteriormente il prezzo di vendita di quel prodotto.
Strettamente collegato al fenomeno delle aste al doppio ribasso è la vendita “sotto costo” dei prodotti alimentari che distoglie il consumatore dalla qualità reale del prodotto che acquista.
“Il ministro Martina solo qualche giorno fa si è detto molto preoccupato per le aste al doppio ribasso e per il forte impatto che hanno sull’agricoltura italiana” – dice Fabio Ciconte, direttore di Terra! e portavoce di #FilieraSporca – Lanciamo una campagna per dire al ministro che condividiamo la sua preoccupazione ma gli chiediamo di tradurla in un segnale chiaro e immediato per fermare le aste al doppio ribasso e il fenomeno del sottocosto. Meccanismi come il sottocosto e le aste on line distruggono l’intera filiera dell’agricoltura, perché alterano alla base i rapporti tra grande distribuzione e consumatore, facendo pagare il costo più elevato all’ambiente e ai produttori, oltre ad aggravare le condizioni di sfruttamento dei lavoratori e il caporalato”. Parlando del fenomeno del sottocosto Fabio Ciconte ha concluso: “Se il denaro pubblico non è utilizzato per innovare o migliorare la qualità dei prodotti, ma di fatto per garantire pratiche commerciali sleali, non sarà mai possibile fare della filiera dell’agroalimentare un mercato equo, ovvero un campo di regole e di opportunità in cui tutti possano crescere e guadagnare e nessuno ci debba rimettere, a partire dai consumatori”.
Portando il punto di vista di chi da sempre difende i diritti dei lavoratori agricoli e dei lavoratori dell’industria di trasformazione alimentare, la Segretaria Generale Flai Cgil Ivana Galli ha detto: “Sul lavoro agricolo ci guadagnano tutti – dal campo agli scaffali del supermercato – tutti, tranne i lavoratori che stanno dodici ore sotto il sole o in serra, spesso pagati tre euro l’ora, anziché quanto previsto dal contratto e ingaggiati da caporali, cui corrispondere cinque euro al giorno per il trasporto”. E ha aggiunto “Il tema dell’illegalità e di fenomeni distorsivi del prezzo sono, però, un problema di tutta la filiera, che parte dai campi e arriva fino alla GDO, qui la criticità è rappresentata da una forte discrepanza tra prezzi alla fonte e prezzi al bancone con l’imposizione del prezzo da parte della GDO, che attraverso il sistema delle aste elettroniche inverse abbassa il prezzo a livelli quasi insostenibili per chi produce”.
Chiedendo come Sindacato Flai Cgil di “porre un argine legale a questa pratica affinché il risparmio sul costo del lavoro, che viene praticato, non possa diventare in nessun modo caporalato, buste paga non veritiere, lavoro nero, brutale sfruttamento, orario di lavoro senza regole” la Segretaria Ivana Galli ha poi concluso “Noi crediamo che sia possibile porre un argine legale a questa pratica. Per questi motivi crediamo in questa campagna con la quale vorremmo agire a monte della filiera, poiché non è accettabile che anche alcune pratiche di acquisto della GDO ricadano sull’ultimo anello della catena, cioè i lavoratori”.
Secondo uno studio condotto dalla società di consulenza Iri, ogni trentadue euro di spesa su cento vengono effettuati in presenza di un’offerta.
Da un’indagine dell’Antitrust del 2013 emerge che in media l’incidenza di sconti e contributi è pari al 24,2 per cento del fatturato delle singole aziende nei confronti della catena cliente. È un sistema che si sostiene grazie al fatto che l’alternativa è perdere la possibilità di lavorare con la grande distribuzione, un lusso che in pochi possono permettersi nel momento in cui il 70 per cento degli acquisti alimentari passa per i punti vendita della GDO.
A livello europeo sconti e promozioni imposte o concordate ammontano a 30-40 miliardi di euro (Europe Economics), una cifra colossale pari a più della metà dei sussidi che la Commissione europea garantisce agli agricoltori comunitari attraverso la Politica Agricola Comune (PAC).
Già con il rapporto “Spolpati”, un’inchiesta sulla filiera del pomodoro presentata lo scorso novembre nell’ambito della campagna FilieraSporca, era stato denunciato il meccanismo delle aste che vengono lanciate da alcuni attori della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) per acquistare dall’industria stock di prodotti alimentari al costo più basso possibile.
La campagna #FilieraSporca – promossa dalle associazioni Terra! Onlus e daSud – che ha l’obiettivo di ricostruire il percorso dei prodotti agroalimentari dal campo allo scaffale del supermercato per restituire valore a tutta la filiera e all’economia agricola, è in prima linea nella lotta alle aste on line e alla pratica del sottocosto.
da qui

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