mercoledì 2 novembre 2016

La Giunta Pigliaru persevera per il nuovo Editto delle Chiudende, il Consiglio regionale la segue. Non solo per “salvare” i tabacchini, per passare alla storia

Altro che un qualsiasi vicere sabaudo ottocentesco, nella Sardegna del XXI secolo si fa sul serio.
La Giunta Pigliaru, con la deliberazione n. 57/13 del 25 ottobre 2016 ha approvato il disegno di legge regionale (testo + relazione illustrativa) concernente “Disposizioni urgenti in materia di usi civici. Modifiche all’articolo 18-bis della legge regionale 14 marzo 1994, n. 12 (Norme in materia di usi civici. Modifica della legge regionale 7 gennaio 1977, n. 1 concernente l’organizzazione amministrativa della Regione sarda)”, ovviamente con la massima trasparenza, il più profondo buon senso, la più ampia condivisione con la cosiddetta società civile, la più strenua attenzione alla tutela ambientale e degli interessi pubblici delle collettività locali.
D’altra parte, non potrebbe attendersi di meno da una Giunta regionale di centro-sinistra, autonomista, nonché sovranista.
Tutto questo è molto bello, ma la realtà è diversa. Molto meno oleografica. E stavolta non l’han creata i soliti berlusconiani.
In pratica, la Giunta Pigliaru ha proposto che i terreni appartenenti ai demani civici siano sclassificati – cioè sdemanializzati – ma la perdita della tutela paesaggistica di cui al decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i. sarebbe sospesa in attesa delle verifiche svolte dal Ministero per i beni e attività culturali e del turismo e della Regione nell’ambito degli accordi di copianificazione propri della pianificazione paesaggistica.
Un pastrocchio sul piano giuridico (non si comprende a qual titolo quelle aree rimarrebbero tutelate con il vincolo paesaggistico pur avendo perso la qualifica demaniale civica), un vero e proprio furto ai danni delle collettività locali, che sarebbero depauperate di terreni del proprio demanio civico senza nulla ìn cambio.
Ricordiamo, infatti, che i titolari dei diritti di uso civico sono i cittadini residenti in un dato Comune, non il Comune.
La Giunta Pigliaru – stranamente su impulso dell’Assessore degli Enti locali, Finanze, Urbanistica Cristiano Erriu anzichè della “collega” Elisabetta Falchi, Assessore dell’Agricoltura competente in materia di usi civici –  ha proposto e lo stesso 25 ottobre, in seduta notturna resa possibile dall’accordo di tutti i capigruppo delle formazioni politiche consiliari (art. 102 del Regolamento interno), il Consiglio regionale – ha approvato.[1]
Di notte, di soppiatto, in silenzio.
Perché il portato … degli usi civici … blocca in Sardegna molte iniziative degli enti locali”, come ha affermato l’on. Attilio Dedoni (Roformatori Sardi) e “ci sono tabacchini, ristoranti, bar che stanno sugli usi civici e su terreni gravati da uso civico”, come ha sottolineato l’on. Marco Tedde (Forza Italia).
Gli attuali Giunta e Consiglio regionali non vogliono soltanto salvare i tabacchini dagli usi civici, vogliono a tutti i costi passare alla storia, vogliono un nuovo ignobile Editto delle Chiudende, nonostante il precedentesia sotto giudizio della Corte costituzionale e nonostante la recente decisione categorica già attuata dalla stessa Corte costituzionale.
Ricordiamo, infatti, che il Governo Renzi ha deciso (10 giugno 2016) di impugnare (art. 127 cost.) davanti alla Corte costituzionalela legge regionale 11 aprile 2016, n. 5  (finanziaria 2016), fra cui le norme (art. 4, commi 24°, 25°, 26° e 27°) che dispongono nuove ampie ipotesi di sdemanializzazione di terreni a uso civico dai demani civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i., regio decreto n. 332/1928 e s.m.i., legge regionale n. 12/1994 e s.m.i.).
Questo il precedente Editto delle Chiudende, contro il quale l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus aveva inoltrato una puntuale e documentata istanza (18 aprile 2016) proprio per la proposizione dell’impugnativa davanti alla Corte costituzionale.
Queste norme regionali, proposte e votate da una maggioranza trasversale sovranista e di centro-sinistra, violano infatti le competenze statali esclusive in materia di tutela dell’ambiente (artt. 9, 117, comma 2°, lettera s, cost.), come già riconosciuto con la sentenza della Corte costituzionale n. 210/2014, che dichiarò illegittima la legge regionale Sardegna n. 19/2013 di analogo contenuto.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlusha espresso forte soddisfazione per la decisione governativa, in quanto da sempre difende e continuerà a difendere con una campagna permanente i demani civicie i diritti di uso civico delle collettività locali, che costituiscono circa un quinto della Sardegna, dalle vergognose operazioni speculative fin troppo spesso sostenute da iniziative politiche di ben basso profilo.
D’altro canto, davanti a simile nuova iniziativa legislativa, le cui modalità e motivazioniespresse dall’Assessore Erriu non convincono proprio, non può che proporre ulteriore istanza al Governo nazionale perché mantenga ferma l’impugnativa davanti alla Corte costituzionale in difesa degli interessi ambientali e per la tutela dei diritti di uso civico.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus avanza anche una proposta per i casi dove ci si ritrovi davanti a radicali e irreversibili trasformazioni di terreni appartenenti a demani civici, per salvaguardare valore ambientale e diritti delle collettività locali.
Eccola di seguito, utilizzabile liberamente e gratuitamente da Giunta e Consiglieri regionali. E speriamo che prima o poi giunga un sussulto di buon senso e prudenza.
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

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