sabato 27 febbraio 2016

E così vuoi essere vegetariano - Anforha

Se già in una famiglia non africana si è restii ad accettare il vegetarianismo di un membro, immaginatevi cosa accade se il membro di una famiglia africana decide di essere vegetariano.

La cosa è iniziato pian piano: lentamente cominciavo a togliere dalla mia alimentazione la carne, il pesce e qualche formaggio. Vabbé che per il formaggio non se ne accorse nessuno in famiglia, fino ad allora, a consumarlo eravamo soltanto io e i miei due fratelli. Papà e Mamma no, loro il formaggio proprio non lo vogliono sui loro piatti e non c'è modo di convincerli.
Se nasci in una famiglia africana, ti tocca crescere in un'ambiente in continuo mutamento, ma in cui ogni mutamento non passa inosservato. Vedete, ogni mutamento, sia esso d'aspetto o caratteriale, si trascina dietro i suoi festeggiamenti o i suoi pianti, a seconda se quel cambiamento verrà considerato positivo o meno e il mio passaggio al vegetarianismo venne considerato in male assoluto.

"E così vuoi essere vegetariano" Papà, un pomeriggio, mentre ero immerso nella lettura di alcuni blog. Lo disse con naturalezza, quasi come se la cosa non lo urtasse in alcun modo. Notando ciò, fui entusiasta e con coraggio feci "outing".
Vivendo da africano tra gli africani, uno delle caratteristiche che si notano è la pazienza con cui si dispongono i fatti e si è disposti a parlarne. Nelle comunità africane, esistono addirittura dei modus operandi che prevedono delle formule di apertura. Da me, si usa memorizzare un sacco di proverbi e primi di iniziare un discorso si è soliti aprire con un "È stato detto dagli anziani...", solo allora sei sicuro di venire ascoltato. Tutte cose che mi affascinano e che conosco, in qualche modo, una parte indissolubile del mio bagaglio culturale che difficilmente mi  riuscirà facile usare con la stessa maestria con cui lo usano certi miei conoscenti.
Comunque, quel pomeriggio, papà dispose i fatti con la stessa pazienza e lo stesso modus operandi. "Guarda che ti ammalerai..." "Non crescerai bene...". I suoi, tutti discorsi che miravano certamente a un mio convincimento, in un istante mi sentivo come un bambino disobbediente, mi venne pure in mente quel verso biblico che il pastore urla in preda alle convulsioni divine "Verrà il tempo in cui i figli si rivolteranno contro i genitori, eccetera eccetera...", ma per la prima volta sentii che non ero costretto ad ubbidire ai miei genitori. L'ubbidienza e lecito se da uomo nascono i primi principi?
"Non vorrai mica dire che mamma è cattiva perché mangia la carne?", il tono già cominciava a cambiare, eppure i suoi occhi apprensivi, giganti come i miei, mi tranquillizzavano.
"Certo che NO!"
"Allora perché ti fai tutto questo"Lo disse senza aspettarsi una risposta, sapeva che non ne avevo, e se ne andò apprensivo e amorevole.

"Pure Gesù era vegetariano!" cercai di spiegare mio fratello, perché se ero riuscito ad affrontare Papà e Mamma(stessa cosa che con Papà, solo con i cibi davanti a mo di tentazioni), ora toccava parlare con mio fratello e si trattava di religione. Perché i miei genitori gli avessero dato questo compito ancora mi sfugge, ma neppure lui riuscì a smuovermi.
"Beh, come fai ad esserne sicuro?", Tra fratelli parliamo in italiano, la facilità con cui passiamo da una lingua all'altra ormai ci è indifferenti, siamo degli abitanti del mondo.
"Innanzitutto perché non credo fosse bastardo ipocrita, cristo. Tutte prediche sull'agnello di Dio, per poi divorarli come se niente fosse, non credo proprio; poi nella bibbia non viene mai scritto che Gesù mangia animali, senza considerare che prima di Noè non lo si mangiava affatto", lo avevo battuto, e col cazzo, mi ero informato prima. Finalmente anche il capitolo sulla religione era chiuso.

Quelle volte furono gli unici tentativi di convincimento serio, poi ne susseguirono altri e susseguono ancora, soprattutto perché sto diventando vegano, aspetto solo che lo scoprano, ma per questo ci vuole più impegno.

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