venerdì 18 dicembre 2015

Nord Este del Brasile e Sulcis, storie comuni - Gruppo d’Intervento Giuridico

Sono ben vive le immagini del gravissimo disastro ambientale accaduto nel Nord Este del Brasile, a Bento Rodrigues,  dove il Rio Doce e le coste oceaniche sono stati inquinati da oltre 62 milioni di metri cubi di fanghi tossici (mercurio, arsenico, piombo, altri metalli pesanti) a causa del crollo di due dighe di contenimento in una miniera di ferro nello Stato del Minais Gerais.
Una ventina di morti e danni ambientali non ancora stimabili. Sotto accusa la società mineraria Samarco, titolare della miniera.


Grazie alle foto del prof. Raniero Massoli Novelli, appassionato ambientalista, possiamo vedere come le cose non andassero diversamente nella Sardegna a cavallo fra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso.
Masua i bacini stracolmi di fanghi con elevati tenòri di metalli pesanti provenienti dalle locali miniere venivano spesso e volentieri scaricati in mare durante la stagione invernale, quando non c’erano occhi indiscreti.



Masua, scarico di fanghi tossici in mare (1978)


Le fotografie sono del 1978.
In quegli anni venivano scaricati in mare i fanghi rossi, al largo di Carloforte. In quegli anni la Corte dei conti provava a inventare il risarcimento per danno ambientale causato dallo scarico in mare dei fanghi rossi al largo della costa toscana di Scarlino (Corte dei conti, Sez. I 8 ottobre 1979 n. 61).
Veri e propri delitti contro l’ambiente e la salute, perpetrati per lunghi anni, i cui effetti proseguono silenziosi ancora oggi.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus



Masua, bacino contenimento fanghi (1978)

(foto Raniero Massoli Novelli, archivio GrIG)

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