mercoledì 2 dicembre 2015

Ananas come liquido di contrasto per le risonanze magnetiche (al Sant'Orsola di Bologna)

Beva succo di ananas, la risonanza verrà meglio - Serena Zoli

La notizia che si impieghi succo di ananas come liquido di contrasto per la risonanza magnetica ha stupito tutti. Qualcuno ha anche capito che venga iniettato in vena. No, va semplicemente bevuto come sostituto, molto piacevole, di un “beverone” poco gustoso, e ha un’applicazione precisa e limitata: va impiegato soltanto in caso di una colangiografia in risonanza magnetica. Ossia: un esame radiologico delle vie biliari. La notizia arriva dal policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna e per chiarirne i contorni e la precisa applicazione parliamo con la responsabile dell’unità operativa di radiologia, Rita Golfieri. Che premette subito: «Per quelli del settore non è una novità, si fa in tanti altri centri. Un primo studio pilota uscì nel 2004, noi siamo partiti dopo uno studio multicentrico brasiliano, del 2011. E, in effetti, funziona». Ma in che senso?
MEGLIO VISIBILE IL COLEDOCO - Di solito per avere un’istantanea più dettagliata delle vie biliari si usa il Lumirem, composto di ferro, metile e propile paraidrossibenzoato di sodio, non proprio gradevole da ingerire. «Il liquido di contrasto si usa per opacizzare le vie biliari che confluiscono nel duodeno. Così divengono visibili tramite la risonanza», spiega Golfieri. «Ma accade che il succo gastroduodenale possa oscurare il coledoco, che rappresenta il tratto finale delle vie biliari che sbocca nel duodeno. Ora si è constatato che il succo di ananas abbatte il segnale del succo gastroduodenale e rende dunque visibile anche questa parte. Ma tanti altri succhi di frutta sono stati provati, diversi funzionano». Ma perché utilizzare i succhi, e a chi è venuta in mente questa idea? «Contengono il manganese, che è un “paramagnetico” che meglio evidenzia i tessuti. A partire sono stati i chimici. Qui in Italia, per esempio, molti usano il succo di mirtillo, che è anche migliore». Esiste anche un vantaggio economico, legato all’utilizzo di questi mezzi di contrasto “alternativi”. Il settore amministrativo del Sant’Orsola ha fatto i conti di spesa: «Siamo passati da 14mila euro a 380 euro», dichiara Marco Storchi, responsabile dei servizi di supporto alla persona.
PER QUALI MALATI? - Nelle ricerche sul tema vengono passati in rassegna vari succhi di frutta. A chi la palma delmigliore? «Quello che rende più trasparenti le immagini è il mirtillo nero misto a mela», risponde Rita Golfieri. Poi c’è il mirtillo nero da solo, seguito dal succo di mora e da quello di ananas. È in uso nelle radiologie anche il succo di arancia, che però cancella meno il segnale del succo gastroduodenale». Infine, quali malati possono godere di questa gradevole innovazione? «Chi ha calcoli alla colecisti, soffre di colangiti, chi è stato operato alle vie biliari e chi ha subito un trapianto di fegato. In un anno noi facciamo 400-500 risonanze magnetiche col succo di ananas». 


PRECISAZIONI Il succo di ananas ottimo liquido di contrasto nelle radiografie, ma le case farmaceutiche tacciono

Un articolo che ci è stato segnalato del blog Il sapere è potere (in parte parafrasato dall’articolo del sito Ecoseven, con un titolo più innocuo e non complottista) fa sapere che il succo d’ananas concentrato si sia rivelato un ottimo sostituto dei liquidi di contrasto tradizionali, tra cui il farmaco Lumirem, contenenti Iodio e Bario. A fare la scoperta sarebbe stata la struttura ospedaliera Policlinico Sant’Orsola di Bologna (realmente esistente). Oppure “ri-scoperta”? A quanto sembra ha davvero delle proprietà analoghe (se non omologhe) ad un normale Mezzo Di Contrasto (che chiameremo nell’articolo “m.d.c.”), ma è bene precisare le sue limitazioni.

Ananas come m.d.c.: manganese e limiti di validità

Benché l’articolo sia stato pubblicato il 4 Novembre 2015, già nel 2014 si iniziò a parlare di questa alternativa più economica con questo articolo del Corriere della Sera del 25 Settembre 2014. E non sarebbe nemmeno una cosa del tutto nuova nel campo della radiologia: nel mese di Dicembre del 2004, su PubMed venne riportato uno studio nella quale si fa riferimento alle proprietà del succo d’ananas come m.d.c. e nel Novembre 2007, riportato sempre su PubMed, viene sottolineato quale elemento avrebbe le stesse proprietà, ovvero il Manganese (simbolo chimico: Mn). Questo elemento è utile al nostro organismo per la sintesi di alcuni enzimi importanti, come la Superossido dismutasi, ed è contenuto in molti alimenti di origine vegetale ed anche animale, ma ovviamente in diverse concentrazioni. Il succo d’ananas ne avrebbe una discreta quantità, ma anche qua le concentrazioni variano da marca a marca e, come suggerisce l’ultima ricerca riportata da PubMed, è conveniente scegliere accuratamente quale marca contiene di più.
Può dunque essere considerato il sostituto definitivo ai farmaci attualmente in uso per tutte le radiografie? Assolutamente no.
Come sottolineano le ricerche su PubMed e lo stesso Corriere della Sera, il succo d’ananas sarebbe indicato per la risonanza magnetica colangiopancreatografica, poiché è in grado di evidenziale bene il Coledoco (il dotto biliare) come gli altri farmaci. Ma non per questo è dunque in grado di sostituire tutta una pletora di farmaci destinati alle radiografie: difatti, in alcune tipologie di analisi, come la TAC, l’m.d.c. viene iniettato per via endovenosa e nessun medico con raziocinio e che rispetti il Giuramento di Ippocrate si sognerebbe mai di iniettare del succo d’ananas tal quale direttamente nelle vene, poiché tale soluzione (il succo) arrecherebbe danni fisiologici per scompenso osmotico dovuto all’alta concentrazione di soluti che esso contiene. Così come, per chi deve essere sottoposto a TAC, non può ricorrere al succo d’ananas ingerito, poiché, come vedremo in seguito, i vari m.d.c. sono studiati specificatamente per diverse situazioni in base anche alle loro proprietà chimiche, oltre che a quelle fisiche (paramagnetiche).

Bario, iodio, manganese e diagnostica tramite immagini

L’articolo fa riferimento al Lumirem, farmaco usato per questo tipo di risonanza magnetica, viene, forse involontariamente, associato al Bario e allo Iodio, anch’essi usati come m.d.c. (assieme ad altri elementi come vedremo). Tuttavia, il Lumirem non ha come principio attivo questi due, ma piuttosto il Ferumoxsil, avente come elemento paramagnetico il Ferro. Più precisamente, è costituito da sospensioni di cristalli di un suo ossido. Tuttavia, esistono altri farmaci indicati per questo genere di risonanze che vedono invece la presenza di un altro elemento, il Gadolinio, chelato (o complessato) assieme ad altri composti che ne impediscono l’effetto tossico. Il Manganese veniva una volta impiegato nel farmaco Teslascan, ma oggi quel farmaco non è più in commercio (venne ritirato dagli Stati Uniti nel 2003 e dall’Europa nel 2012). Inoltre è da sottolineare come Bario e Iodio non vengano usati tal quali, ma legati a composti atti ad adempiere il loro dovere: il Bario viene introdotto come solfato di Bario, di natura liposolubile, che lo rende pressoché innocuo, sebbene esistano in ogni caso delle controindicazioni; lo Iodio, invece, viene legato in composti che possono essere liposolubili o solubili in acqua (dipende dall’uso che se ne deve fare).
Infine, è da sottolineare come ci si sta confondendo tra le diverse tecniche di diagnostica per mezzo di immagine: Il sapere è potere (ed altri siti) hanno confuso la Radiografia con la Risonanza Magnetica. Difatti, Bario e Iodio vengono usati solo in Radiografia e nella Tomografia Computerizzata che fanno uso dei Raggi X che vengono assorbiti dai due elementi citati, mentre Gadolinio, Ferro e Manganese vengono usati nella Risonanza Magnetica poiché, come suggerisce il nome, vengono impiegati campi magnetici statici e non radiazioni ionizzanti. In genere starei qua a spiegare più che volentieri i principi fisici alla base delle due analisi, ma occorrerebbero diverse pagine per la corretta “infarinatura”, perciò sorvoleremo. Ciò che occorre sapere è che i vari m.d.c. hanno diverse proprietà per le diverse regioni di interesse e anche diversi meccanismi di ingresso necessari (ma esistono anche casi in cui non occorre, come nella Radiografia diretta) e il Manganese nel succo d’ananas si è dimostrato come valida (ed economica) alternativa ai farmaci convenzionali per la risonanza magnetica colangiopancreatografica, ma non per altre analisi. Ulteriore conferma arriverebbe dal dr. Alessandro Aiello che sul sito Medicitalia risponde ad una domanda simile a quella che ci è stata posta a noi asserendo che esistono evidenze sperimentali che depongono a favore del suo utilizzo, ma che rimane comunque limitato a questo tipo di analisi.

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