domenica 15 marzo 2015

DNA, salute e prevenzione - Giovanni Peronato

basta prenotare una prescrizione medica»: così «Corriere del Veneto» (qui)
La prevenzione costa meno della cura, è lapalissiano. Così, conoscendo in anticipo le malattie cui andremo incontro durante il resto della vita, potremo batterle sul tempo. Il ragionamento sembra non fare una piega. Con queste premesse si è arrivati a una metodica innovativa che viene dal privato: «è triste che ci si debba sostituire alla sanità pubblica» dice Massimo Delledonne, ideatore della procedura che avrà un notevole risvolto commerciale.
Ma fermiamoci un attimo a ragionare. Alcuni anni fa negli Usa era stato proposto un test (ipotetico) completamente gratuito per conoscere il rischio di andare incontro a un tumore al pancreas. Il 60% del campione aveva accettato ma dopo aver ricevuto l’informazione che comunque non c’era alcuna terapia valida solo il 13% rimaneva intenzionato a sottoporsi al test.
Ognuno di noi “ospita” qualche anomalia nel proprio Dna. Ognuno di noi è più o meno a rischio per qualche malattia: saperlo in anticipo ci renderebbe tutti malati con una forte probabilità di sovradiagnosi. Sapere in anticipo se abbiamo più rischi di andare incontro a maculopatia degenerativa, piuttosto che diabete o infarto, ci renderà più sani? Sapere che andremo incontro a un cancro alla mammella aumenterà le mastectomie bilaterali alla Angelina Jolie? Sapere che andremo incontro a un cancro della prostata vuol dire che passeremo il resto della vita impotenti e incontinenti dopo una prostatectomia preventiva? Quanta ansia quando sapremo e dovremo agire di conseguenza con amare decisioni, per non parlare di una vita passata in attesa di una malata incurabile!
Conoscere il nostro genoma è la vera strada verso la prevenzione, verso una salute migliore?
Ognuno è libero di scegliere ma la vera prevenzione si fa innanzitutto attuando uno stile di vita corretto: forse prima di sborsare 3.500 € per la lettura del genoma dovremmo porci qualche domanda.
(*) Giovanni Peronato è medico reumatologo, già internista ospedaliero, e fa parte del coordinamento del gruppo «No grazie» che opera contro il conflitto di interessi fra medicina e industria farmaceutica. Info su www.nograzie.eu

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