domenica 1 febbraio 2015

Noi sardi siamo condannati? - Claudia Basciu (Grig)

Asinelli uccisi, decapitati e macellati sul posto, stessa sorte per le asinelle in stato di gravidanza, i cui feti sono stati buttati via insieme alle interiora, e poi ancora pecore sgozzate, galline uccise a badilate, cani presi a picconate e a sassate, e così conigli, oche, faraone, maialetti.
Forse solo in un film splatter sarebbero riusciti a fare di meglio.
Ma noi Sardi, quelli con la schiena dritta, quelli con l’orgoglio appeso al collo, quelli che esigono rispetto dal resto del mondo, quelli  con il vittimismo attaccato al fondoschiena, noi, Noi sappiamo fare molto meglio. Sappiamo, come nel vile massacro in danno di Gabriele Secci e dei suoi animali, uccidere la speranza, la dignità, l’intelligenza, tutto in un colpo solo, come pochi sanno fare.
Secondo quanto riportato dalla stampa, Gabriele Secci è un giovane che, dopo una serie di vicissitudini lavorative, aveva deciso di avviare un’attività per conto proprio a Villamassargia, una fattoria didattica, come peraltro fanno molti giovani, e meno giovani, in tutta Italia. Un modo onesto e dignitoso per far fronte alla terribile crisi economica degli ultimi anni.
Ma Gabriele, evidentemente, non aveva fatto i conti con il lato oscuro dei Sardi, quello violento, barbaro, vile, autolesionista, in grado di agire solo per distruggere, a prescindere dalla crisi economica.
Perché, ammettiamolo, eventi del genere non accadono nelle comunità povere, dove magari si caccia o si uccide un animale per la propria sussistenza, accadono nelle comunità vuote e un po’ infelici, dove ci si illude che la vita degli esseri umani sia slegata da quelle degli altri esseri viventi, sempre e comunque al servizio delle proprie esigenze e delle proprie frustrazioni.
In Sardegna, il fenomeno è sempre stato presente, e nulla sembra essere cambiato negli ultimi tempi, si manifesta con gesti sempre più feroci e crudeli. Non sembra che questo sistema ci abbia fatto crescere né economicamente né socialmente,  e allora, vogliamo iniziare a cambiarlo o preferiamo essere condannati a rimanere una comunità vuota, di poveri illusi, per sempre?
Iniziamo, per esempio, a manifestare solidarietà a Gabriele Secci e a condannare apertamente il vile gesto. Sarebbe un piccolo passo avanti.
Chi può, magari, gli doni un altro animale, per ripartire.

2 commenti:

  1. Storia raccapricciante. Sembra una spedizione punitiva. Non basta quanto soffre l'economia della Sardegna. Accanirsi anche contro chi cerca di "resistere", guardare avanti in armonia con la propria terra è un delitto verso se stessi. Quando si dice: non sapete quello che state facendo!

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    1. bisognerebbe prenderli, e ogni volta buttare via la chiave, e con vitto schifoso, tra l'altro

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