venerdì 6 dicembre 2013

animali in fuga

In Inghilterra, precisamente a Farlington, cittadina nei pressi di Portsmouth, nella contea dell’Hampshire, capita che una mucca fugga dal campo in cui è relegata e si lanci sull'autostrada a sfrecciare tra le auto. La polizia ci ha messo ben tre ore per raggiungerla. E abbatterla. Ciò che segue consiste in un resoconto, più o meno veritiero, di ciò che ha pensato prima di uscire dal recinto


E' finita nel peggiore dei modi la fuga del maialino Ettore, restituito a Roberta Perini tagliato a pezzi e pronto per essere surgelato. «Dopo tanta fatica non solo mia, ma anche di tutti quelli che mi hanno aiutato a cercarlo, sono riuscita ad arrivare alla verità. Ettore è stato catturato dalla squadra dei vigili del fuoco volontari di Gardolo domenica pomeriggio nella piazza dell'oratorio. L'hanno messo all'interno di una gabbia nella quale era immobile sia per la stanchezza che per la paura. E cosa è successo? É successo che i quattro componenti della squadra hanno di comune accordo deciso di portarselo a casa, semplicemente perché era morto, per mangiarlo». Roberta prende fiato, blocca le lacrime e prosegue: «Se lo hanno trovato morto, oltretutto dei vigili del fuoco non dei disperati senza tetto, come possono decidere di mangiarlo senza nessun controllo sanitario, quando la legge prevede l'intervento del veterinario? Se invece era solo ferito gravemente, sia per curarlo che per sopprimerlo dovevano chiamare lo stesso il veterinario. Temo piuttosto che Ettore fosse vivo e che riconosciuto come maiale lo abbiano ucciso». Ma non le avevano detto di averlo liberato nei boschi di Gardolo di Mezzo? «Esatto, sono stati gli stessi vigili del fuoco a dirmelo e per questo non credo assolutamente alla versione che mi è stata data dal capo squadra».
Ieri sera l'incontro in caserma: «C’era tutta la squadra. Si sono dichiarati dispiaciuti, ma il momento peggiore è stato quando me lo hanno restituito in tanti sacchetti. Secondo loro lo avrebbero raccolto zoppicante e con la bava alla bocca e sarebbe morto in caserma. A quel punto, avvertita la Forestale, se lo sono portati a casa».
A Ettore Roberta ha voluto molto bene, come a un comune animale da compagnia: «Non mi do pace - dice - per la fine che ha fatto, ma sono felice di avergli dato dei mesi di vita degna di essere vissuta. A differenza dei suoi fratelli degli allevamenti da carne, lui ha potuto vivere libero, grufolare nell'erba, ricevere coccole, correre con i suoi amici cani, ha potuto dormire al caldo. Ha vissuto amato e coccolato da tutta la mia famiglia».


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