venerdì 4 ottobre 2013

una telefonata speciale

"E' un mondo più bello quello in cui puoi abbracciare un Papa. Per me è stato come parlare a un amico". A ricevere la telefonata a sorpresa di Papa Francesco è Carlo Petrini, scrittore e fondatore di Slow Food. Venti minuti a parlare di ambiente, immigrazione, e degli umili del mondo.

Petrini, un'emozione non comune. 
"Sul cellulare mi è comparso all'improvviso un numero sconosciuto. Ho risposto, e dall'altra parte c'era Papa Bergoglio. Non ero affatto preparato, ma la semplicità con cui il pontefice è stato capace di instaurare un dialogo diretto mi ha messo subito a mio agio. Avevo inviato un libro al Papa...".

Il libro di Terra Madre?
"Sì, era il mese di luglio, quando il Papa è andato a 
Lampedusa. Assieme al libro gli avevo spedito anche una lettera e un articolo sui migranti piemontesi in terra d'Argentina, proprio come i genitori di Bergoglio. In un secolo, dal 1876 al 1976, dal nostro Paese sono partiti per l'estero 24 milioni di migranti. Di questi, 3 milioni hanno trovato casa in Argentina. Ed è esattamente ciò che avviene oggi con i nostri neri d'Africa: gli italiani morivano allora, come costoro muoiono oggi. Ma il Papa mi ha raccontato di suo padre...".

E cosa le ha raccontato?
"Nell'articolo parlo di un bastimento, il 'Principessa Mafalda', che nel 1927 partì da Genova e si inabissò poco lontano dalle coste brasiliane causando la morte di 314 migranti italiani. Bergoglio mi ha detto che suo padre sarebbe dovuto salire proprio su quella nave. Invece partì due anni dopo. Gli ho detto che io sono agnostico, ma che c'è un segno del destino se suo padre non salì sul Mafalda, di cui tutti, ancora oggi, in Piemonte hanno memoria"…

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