mercoledì 18 settembre 2013

Negli spot dei «compro oro» le speranze tradite del Paese – Aldo Grasso

«Più Leali di così». Il cantante Fausto Leali ci ha messo la faccia, è il caso di dirlo, per sponsorizzare una catena di negozi di «compro oro». Ma anche Renato Pozzetto non è da meno. In uno spot che reclamizza un marchio dei «compro oro» recita la parte del nonno che si è venduto un orologio regalatogli dal figlio per comprare i doni di Natale ai nipoti. In un altro, sempre in coppia con il figlio, sostiene di essersi sbarazzato di qualche «cianfrusaglia d'oro» per acquistare un megaschermo: «Così quando sono a casa, anziché aprire il cassetto e guardare l'oro, guardo il televisore e mi diverto di più».

Beato lui che si diverte, perché i negozi di «compro oro», spuntati come funghi, sono uno dei segnali più laceranti della difficoltà che il Paese sta attraversando. Un italiano su quattro si è rivolto a un «compro oro nel 2013. Lo evidenzia il Rapporto Italia 2013 dell'Eurispes: in un anno, la percentuale è salita dall'8,5% al 28,1%. La crisi rimpingua gli incassi, i negozi del settore sono in crescita e la criminalità ha fiutato il business con una rete sempre più estesa di attività illecite. Lo confermano i dati della Guardia di finanza: nel 2013 sono stati arrestati 52 responsabili di traffico di metalli preziosi, oltre il 200% in più rispetto all'anno precedente.
Molte famiglie sono costrette a vendere gli anelli, le collanine, gli orecchini, gli orologi conservati per molti anni come piccolo tesoro di famiglia, spesso dall'alto valore simbolico. Le difficoltà economiche, il bisogno di denaro contante per arrivare a fine mese fanno sì che persone senza scrupoli ne approfittino per traffici illegali. E i poveri cristi che si vendono l'oro non lo fanno certo per portarsi a casa un nuovo televisore!
La figura del testimonial, una sorta di garante della pubblicità, è proprio quella di connotare positivamente un servizio davanti agli occhi «ingenui» del consumatore. Nessuno mette in discussione la buona fede di Leali o di Pozzetto (su grandi manifesti stradali sono apparsi anche Anna Falchi, Fabrizio Corona, persino, a sua insaputa, papa Francesco...) né la legittimità delle catene reclamizzate, ma un po' di sensibilità in questi casi non guasterebbe. Oro fa oro, ma lealtà fa lealtà.

Nessun commento:

Posta un commento