lunedì 17 giugno 2013

La differenza tra “provenienza” e “imbottigliamento” dell'olio extra vergine

L’Olio extra vergine di oliva toscano è tra i più apprezzati in Italia e nel mondo, insieme all’olio ligure, umbro e quello delle colline del Garda. Ma come essere sicuri della provenienza delle bottiglie vendute in negozio o al supermercato? Secondo i dati forniti dall’Agea e relativi ai registri di carico e scarico dell’olio del Sian, l’Italia conta tra produttori e confezionatori, 6373 operatori di cui 5716 frantoi e 657 aziende che imbottigliano. Analizzando meglio i numeri si riscontra una storia dell’extra vergine diversa da quella scritta sulle etichette.
Basta leggere anche velocemente le tabelle principali del rapporto per rendersi conto che «Il 90% dell’olio di produzione italiana (400 mila tonnellate nei primi nove mesi dell’anno) viene dalle regioni del sud, soprattutto Puglia, Calabria, Sicilia e Campania che raggiungono da sole il 70% – sintetizza Alberto Grimelli, agronomo e tecnico olivicolo-oleario-. Mentre Lombardia, Liguria, Toscana e Umbria insieme arrivano al 6,5% della produzione. Se però si considerano le percentuali relative alla vendita di olio confezionato i valori si invertono. La Toscana produce il 5% dell’olio italiano ma ne imbottiglia il 36%, l’Umbria arriva all’1% ma ne imbottiglia quasi il 20, mentre la Puglia al contrario ne produce il 50% e ne imbottiglia solo il 10%. Il paradosso si raggiunge in Lombardia dove la produzione ha dei valori ridicoli mentre l’imbottigliamento arriva al 10%...
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