lunedì 8 ottobre 2012

vivi con stile

...Si chiama ETICHETTA PER IL CLIMA e consente alle aziende che aderiscono all'iniziativa di poter tracciare i propri prodotti fornendo al consumatore un dato numerico sintetico espressione di quanto quel prodotto "incide" sull'ambiente. "In Europa e nel mondo questo genere di attività è già in forte espansione", commenta Andrea Poggio, presidente della Fondazione Legambiente Innovazione, "in Inghilterra, ad esempio, tramite la Carbon Footprint, sono già oltre 25 mila i prodotti tracciati, oltre 10 mila negli Stati Uniti, la Francia ha siglato un accordo con la grande distribuzione affinché si prosegua con questa grande politica di trasparenza e di innovazione". "In Italia ci stiamo muovendo", prosegue Poggio, "sia noi di Legambiente, ma anche il Ministero dell'Ambiente, ma non è ancora abbastanza". 

Sul sito www.viviconstile.org 1, infatti, sono catalogate un centinaio di aziende con relativi prodotti: dalle passate di pomodori, alle stampanti, ai televisori, ai meloni, fino ai crackers, ma anche i menu completi. "Scopriamo così  -  dichiara Andrea Poggio -  che il menu vegetariano proposto dall'Agriturismo Il Campagnino costa all'ambiente 1.060 grammi di CO2, mentre il menu di carne ben 8.350 grammi, otto volte di più. Di fianco al prezzo, potrebbe dunque comparire su qualsiasi prodotto, anche il costo ambientale. E' quello che ha fatto Legambiente con l'istituto Ambiente Italia, scoprendo così le emissioni di CO2 di diversi articoli, tra cui lampadine, passate di pomodoro, stampa di carta, meloni, adesivi per parquet, biscotti e imballaggi. Con queste aziende, inoltre, siamo stati pionieri della prima comunicazione ambientale sul prodotto rivolta al consumatore finale".
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