lunedì 6 agosto 2012

La vitalità dei siti nuragici

Il presente progetto nasce dalla necessità di dare risposta all’antico quesito se vi sia o no la presenza di forte energia vitale nei siti nuragici della Sardegna, come ci viene tramandato dalle leggende popolari locali. Cosa rappresentavano per le popolazioni di allora questi siti? Esiste davvero energia nei siti nuragici? Questa energia è da considerarsi buona e compatibile con l’uomo? E’ vero che in certi periodi dell’anno qui si officiavano importanti riti di guarigione per l’intera comunità tribale? Il rito dell’incubazione come ci viene tramandato da Aristotele nei suoi antichi testi è la realtà o la leggenda? E’ vero che gli antichi pastori e i guerrieri frequentavano questi luoghi per guarire dalle malattie e dalle possessioni? E’ vero che durante il solstizio di estate si ha un aumento della vitalità del luogo? E ancora, è bene frequentare i siti di notte? Questi sono alcuni dei motivi che mi hanno indotto ad intraprendere la presente ricerca allo scopo di arricchire le mie conoscenze personali sul magico mondo antico della Sardegna. Pertanto, il mio, vuole essere un viaggio di piacere senza alcuna pretesa di voler dare risposte certe su misteri, che ancora oggi avvolgono le strutture megalitiche del passato. I siti nuragici di cui parlo sono: i Nuraghi, le Tombe dei Giganti, i Templi a pozzo, le Domus De Janas, i Menhir e i Dolmen disseminati sul territorio e particolari chiese cristiane sorte su resti di antichi siti pagani. Per la verità questi siti si trovano su tutto il territorio della Sardegna ma ho voluto sviluppare questo primo progetto in Gallura, nel Nuorese ed in Ogliastra per l’aiuto importante che mi hanno offerto dall’Associazione Culturale Elicriso di Palau, in particolare l’amico Piernando Fioredda e gli amici Antonio Zurru di Nuoro e Giuseppe Piras di Arbatax. E’ dal 1996 che mi avvalgo della loro fraterna ospitalità, che mi permette, per due periodi l’anno, di fare le mie misurazioni ridiestesiche dei megaliti. Essi mi hanno accompagnato per intere giornate a visitare la Sardegna come guide esperte dei luoghi e come conoscitori attenti della storia della Sardegna e delle usanze e credenze popolari che attingono sembra nella storia antica di questa regione. Ho ascoltato i loro linguaggi e dialetti che originano da culture lontane e diverse tra loro. Questa esperienza vissuta assieme a loro è stata bella e importante, ha segnato l’inizio di una serie di studi sui siti nuragici ed ha saldato una collaborazione ed una amicizia che durano ancora oggi e di cui vado fiero. Per le prove energetiche io faccio uso della radionica da utilizzare per rilevamenti sul posto (Radioestesia). Gli strumenti utilizzati per le misurazioni radiestesiche sono:
 l’antenna radiestesica;
 la scala Bovis;
 il sale blu per rilevare le radiazioni nocive;
 fiale test per rilevare i disturbi provenienti dal sottosuolo (Geopatie);
 apparati radionici per misurare a distanza la vitalità dei siti.
La prima tomba che visitai fu quella chiamata “Li Mizzani” vicino a Palau, in Gallura. La struttura di questo monumento funebre è formato da grandi pietre infisse in verticale nel terreno che formano una struttura posteriore a forma di scafo di nave lunga dagli 8 ai 30 metri, per la conservazione dei resti mortali dei componenti la tribù nuragica. Queste pietre (Menhir) venivano sormontate da altre pietre traversali (Dolmen) che a loro volta erano coperte da un tumulo di pietra. Sul davanti invece questi Menhir formano un semicerchio (Esedra) con al centro una pietra molto più grande detta “stele” che presenta in basso un pertugio per l’ingresso nella camera sepolcrale. L’intera struttura vista dall’alto rappresenta schematicamente la testa del toro, con le corna formate dall’esedra semicircolare ed il muso formato dal tumulo funebre. Le misurazioni radiestetiche del sito evidenziarono subito un fatto assolutamente imprevedibile: mentre sul davanti dell’esedra le energie misurate erano vibrazioni buone e di elevata intensità lati in prossimità di un albero di ginepro che si trova a destra della tomba, e sul lato sinistro in prossimità di un muro a secco, si evidenziarono invece energie molto basse e negative per l’uomo. Piernando, racconta che le popolazioni di allora usavano in particolari periodi dell’anno, utilizzare la tecnica della della “incubazione” che consisteva nel digiunare per cinque giorni e cinque notti distesi sulle pietre dell’esedra in cambio oltre alle guarigioni, responsi sull’esito delle future battaglie, della caccia, della salute e della fecondità ma questo era un compito addetto ai sacerdoti delle tribù nuragiche…

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